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Il lavoratore di un ente pubblico privatizzato ha diritto al mantenimento del più favorevole trattamento previsto dal contratto collettivo applicato prima della privatizzazione
La Corte di Cassazione, con ordinanze dello scorso gennaio, ha rigettato il ricorso proposto da Acquedotto Pugliese S.p.A. Il ricorrente aveva impugnato le sentenze della Corte d'appello di Bari che avevano riconosciuto il diritto dei lavoratori assunti prima della privatizzazione della società al riconoscimento del maggior numero di giorni di ferie previsti dal precedente contratto collettivo. Il c.c.n.l. Gas acqua vigente, infatti, aveva introdotto un trattamento meno favorevole in relazione al numero di ferie riconosciuto ai lavoratori.
La Cassazione, di controverso, ha ribadito per i lavoratori il diritto alla «conservazione ad personam dei delle quantità di ferie spettanti in forza dei CCNL precedentemente applicati, ove superiori» riscontrando nel c.c.n.l. Federgasacqua del 1995 un numero di ferie (28 giorni) maggiore di quello effettivamente fruito. Entità di ferie che prescinde dalla suddivisione dell’orario lavorativo in cinque ovvero in sei giorni alla
settimana. Viene perciò confermata la condanna alla Societòà di pagare l’indennità per ferie non godute.
La Cassazione ha inoltre dato atto del fatto che anche l’eventuale ripristino delle c.d. “festività soprresse”, compensato dal c.c.n.l. con una giornata di ferie in più, non è idoneo a ridurre il montante di ferie spettante poiché «il contratto collettivo costituisce un atto normativo con efficacia vincolante per il
singolo aderente alle associazioni stipulanti, cui non pertengono poteri modificativi della suddetta regolamentazione».
a cura di Leonardo Netti
Legalilavoro Bari
(Corte di Cassazione 2 aprile 2024 nn. 8653 e 8657)
Parole chiave: Contratti di lavoro e diritti , Contratto collettivo , ferie , Lavoro e salute , Lavoro pubblico , Sindacato e contratto collettivo
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