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Un altro accertamento per chi ha lavorato sugli aliscafi e sulle navi in servizio di collegamento con le isole minori e nello stretto di Messina
Legalilavoro ottiene un’altra sentenza favorevole da parte dalla Corte d'Appello di Messina a favore di un lavoratore marittimo a cui è stata riconosciuta l’esposizione qualificata all’amianto, ossia la rivalutazione contributiva dell’intero periodo di attività lavorativa a rischio.
La Corte, nell’impossibilità di acquisire la prova sulla frequenza e la durata della esposizione a rischi «avuto riguardo al tempo trascorso e al mutamento delle condizioni di lavoro», si è avvalsa dell’ausilio di un consultente tecnico e delle perizie disposte in altri procedimenti.
Ha così potuto esprimere un giudizio di pericolosità dell’ambiente di lavoro fondato sul criterio del «rilevante grado di probabilità di superamento della soglia massima di tollerabilità» ossia «della rilevante probabilità di esposizione del lavoratore al rischio morbigeno».
Le numerose le relazioni peritali dimostrano la presenza della sostanza tossica a bordo di quasi tutte le navi e gli aliscafi adibiti ai collegamenti con le isole minori ed, in particolare, nello Stretto di Messina. Questi accertamenti rendono più semplice il riconoscimento dell’esposizione qualificata all’amianto per tutti i lavoratori marittimi che vi abbiano lavorato o che ancora oggi continuino a prestarvi servizio.
Infatti le operazioni di bonifica a bordo di molte navi non sono state concluse e questa circostanza, verificata dagli esperti tecnici, espone i lavoratori ad un rischio attuale per la dispersione delle fibre tossiche dovuta al progressivo deterioramento dei rivestimenti e delle paratie che dovrebbero confinare la sostanza nociva.
L’amianto continua a rappresentare un pericolo per la salute dei lavoratori marittimi.
Attenzione, dunque, l’esposizione alle fibre killer è ancora oggi una pericolosa realtà!
Parole chiave: Lavoro e salute
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