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Il "decreto lavoro" consentirà di estendere temporaneamente anche agli armatori che impiegano personale non comunitario la normativa promozionale fiscale introdotta dalla "legge Cociancich"

Il lavoro del personale marittimo è caratterizzato da un forte tasso di precarietà che determina anche serie conseguenze sulla sicurezza della navigazione.
Il "decreto lavoro" appena licenziato dal Governo, avente ad oggetto l'introduzione di «misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro», ha suscitato forti critiche per l'introduzione di una norma che consente di estendere anche agli armatori che impiegano personale extra-UE la disciplina di agevolazione fiscale introdotta dalla "legge Cociancich".

In particolare la normativa su cui interviene temporaneamente la nuova disposizione prevede che l’accesso ai benefici fiscali previsti dal Registro Internazionale sia riservato agli armatori imbarcano in via esclusiva equipaggi italiani o comunitari sui collegamenti fra porti italiani. Tale riserva ai soli equipaggi comunitari è giustificata dell’avvertita esigenza di tutelare l'occupazione del personale marittimo, prima di tutto italiano, a fronte della diffusa pratica di diversi armatori di imbarcare marittimi extra-UE con contratti deteriori rispetto a quelli nazionali.

Preoccupa la nuova disposizione per il rischio che consenta una concorrenza al ribasso da parte del personale non comunitario, con conseguente aumento della disoccupazione del personale italiano ed europeo. Una infausta prospettiva occupazionale che viene asseritamente motivata dal Governo con la presunta contingente carenza di marittimi europei e con l'obiettivo di «consentire la prosecuzione delle attività essenziali marittime, la continuità territoriale, la competitività ed efficienza del trasporto locale ed insulare via mare».

Legalilavoro, da sempre al fianco dei lavoratori, è pronta ad assicurare un qualificato supporto legale anche in questo frangente ai marittimi italiani che dovessero vedere ingiustamente leso il proprio diritto al lavoro, alla luce di una norma che rischia di alimentare il dumping sociale e di innescare un fenomeno di crisi occupazionale e di reddito per i marittimi UE.

a cura di Maria Grazia Belfiore

Legalilavoro Messina

10.05.23
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